Gli errori che uno scrittore alle prime armi può compiere sono tanti, difficile elencarli tutti, in questo articolo parliamo dei principali e di come evitarli.
Ebbene sì, eccoci tornare con un nuovo elenco di errori che è facile uno scrittore compia. Se prima vi avevo parlato de “I 12 errori più comuni tra gli scrittori amatoriali“, questa volta dedichiamoci a chi è proprio alle prime armi, e ad alcuni errori che è facile evitare… se solo si sa che sono errori!
Come sostengo sempre, la scrittura non ha regole se non quelle grammaticali. Sì, potete scrivere una bella storia anche se non seguite i consigli dei grandi professori della materia, ma perché non approfondire un po’ la propria arte e presentare un prodotto più curato nella forma?
Ricordate: potete anche trovare chi apprezzerà la vostra storia a prescindere, ma ogni volta che offrite al pubblico una storia poco curata vi state sabotando da soli, perché ci sarà anche chi non proseguirà nella lettura se nota alcuni degli errori che ho deciso di includere in questa lista.
Quindi, senza indugio, andiamo a scoprire di cosa si tratta!

1 – Giustificare la cattiva grammatica
Non c’è nulla di più bello che scrivere per divertirsi, davvero, ma se decidete di esporre il vostro lavoro al pubblico non sottovalutate mai la correttezza grammaticale. Anche la storia più bella del mondo verrà abbandonata se non rispetta quelle regole base che conosciamo tutti. In particolare, controllate bene questi errori assai comuni:
- La concordanza dei tempi verbali.
- “Gli” va usato al maschile, “le” va usato al femminile. Non sono interscambiabili.
- La “d eufonica” ha delle regole, se non siete sicuri di conoscerle piuttosto non usatela.
- La punteggiatura. “!” e “?” vanno sempre usati da soli, mai mettere più di un punto esclamativo o interrogativo insieme; “…” vuole sempre tre puntini, non due, non cinque, non dodici; dopo “:” va la lettera minuscola e anche dopo i tre puntini.
- Gli accenti e gli apostrofi non sono la stessa cosa.
- Lo slang o il dialetto possono essere usati per arricchire il parlato ma è meglio non inserirli nel testo descrittivo.
2 – Fare i sapientoni
Molti autori per le loro storie si perdono in ricerche lunghe ore sugli argomenti più disparati. Quella conoscenza andrà sicuramente ad arricchire il testo, ma è bene ricordare una cosa: se non state scrivendo un saggio teorico, non serve inserire nel testo tutto quello che avete scoperto.
La cosa saggia da fare è mostrare la vostra conoscenza tramite i dettagli o i termini appropriati che inserite nel testo. Per esempio, se un vostro personaggio è un chimico, invece che descrivere nel dettaglio ogni strumento che compone il suo laboratorio (che conoscete a menadito dopo ore di ricerche al riguardo) limitatevi a usare correttamente i nomi degli strumenti che usa. La resa è assicurata.
3 – Cambiare punti di vista
Il POV o punto di vista deve restare ben focalizzato o il lettore finirà per confondersi. Questo è un errore che spesso anche gli autori più esperti si trovano a commettere e che viene poi corretto in fase di editing, quindi non abbiate paura di saltare da parte a parte durante la stesura della prima bozza!
Quello che dovete tenere ben presente è che se un capitolo o una scena inizia vista dal punto di vista di un personaggio deve restare così fino alla fine, o l’effetto sarà quello di creare confusione nel lettore, e un lettore confuso è un lettore che rischia di abbandonare la storia!
4 – Non dare ai personaggi voci ben distinte
Collegandoci al punto 3, è importante che ogni personaggio abbia la sua voce all’interno della storia. La regola generale è che “dovresti riconoscere chi sta parlando anche senza che l’autore lo specifichi”. Questo vale ovviamente sia per i dialoghi che per la narrazione generale.
Quando cambiate POV di un personaggio, anche se scrivete il nome in cima al capitolo, il lettore dovrebbe trovare delle caratteristiche solo sue in quel capitolo. Un modo di esprimersi, di rapportarsi all’ambiente che lo circonda, di muoversi che lo differenzi dagli altri.
All’inizio sarà davvero difficile, ma con una buona caratterizzazione dei personaggi anche questo ostacolo può essere superato!
5 – Inserire azioni irrealistiche
La fantasia arriva fino a un certo punto, poi anche nella storia più fantasy del mondo sarà necessario ricordarsi che cose come le leggi della fisica o i limiti del corpo umano non possono essere ignorati. Le ferite non guariscono magicamente in un giorno (a meno che non abbiate un mago a portata di mano, e anche in quel caso la magia ha bisogno di regole!), se un personaggio è traumatizzato e in lacrime non inizierà a ridere come se nulla fosse due righe dopo, se c’è tensione tra due personaggi quella non svanirà magicamente a necessità.
Ricordatevi che la realtà è la prima fonte di ispirazione per scrivere una buona storia, anche quella più fantasy di tutte.
6 – Tenere scene non necessarie
L’importanza dell’editing non si può considerare secondaria. Quando si affronta la prima stesura tutto è concesso, ma come dicono moltissimi autori famosi la prima stesura dovrebbe restare un segreto solo per gli occhi dell’autore.
Quando si è alle prime armi è facile cedere al sentimento di affetto che si prova per ciò che abbiamo scritto e cercare di tenere tutte le scene che abbiamo inserito nel libro, ma la cruda verità è che non tutte le scene che scriviamo dovrebbero sopravvivere al primo editing.
Come fare a capire se una scena può restare o no? Semplice. Immagina la storia senza quella scena. Contiene informazioni o sviluppi fondamentali al proseguimento della trama o se la togli non cambia nulla? Se eliminandola non cambia niente, allora la scena va eliminata.
7 – Utilizzare la terminologia sbagliata
Ci sono parole nella lingua italiana che, mentre possono andare bene nel parlato di tutti i giorni, in un libro non hanno posto (con la solita eccezione del discorso diretto). In questo caso mi riferisco a parole generiche come ad esempio “fare”, “cosa”, “posto” e simili.
Mentre non c’è problema se un personaggio dice “Devo andare a fare quella cosa”, nella narrazione leggere “Il personaggio andò a fare quella cosa per il tizio” è un brutto scivolone. Guardate come cambia la frase se scrivete “Il personaggio si affrettò a portare il registro al professore”. Cercate di evitare termini troppo generici e il vostro testo ne gioverà!
8 – Non bilanciare testo e dialogo
Una storia con troppo testo narrativo è sconsigliata, così come una storia con troppo dialogo. Entrambe le parti vanno mescolate e utilizzate con la giusta tempistica per spingere avanti la storia e tenere il lettore incollato alle pagine.
Se fate parlare troppo i vostri personaggi finiranno per cadere nella trappola delle conversazioni inutili, mentre se non li fate parlare abbastanza il testo rischia di diventare pesante. Ovviamente anche il tipo di scena che state scrivendo influenza la quantità di dialogo e descrizione richiesta.
Una scena d’azione vuole meno dialogo e più descrizioni, una scena romantica, al contrario, si incentra più sulla comunicazione tra i personaggi che sulle azioni. Studiate bene la vostra storia così da bilanciare in maniera adeguata le due parti, potete sempre tagliare un dialogo di troppo e spostarlo per spezzare una scena troppo descrittiva più avanti.
9 – Non dare il giusto ritmo a ogni parte della storia
Come per il dialogo e il testo, il ritmo della storia va bilanciato. Un romanzo che abbia un ritmo troppo veloce, senza pause, risulta pesante tanto quanto un romanzo lento dall’inizio alla fine.
Così come gli eventi della vita quotidiana, quelli di un libro devono alternarsi in maniera logica. Se l’inizio è veloce poi ci vorrà qualche capitolo un po’ più lento per lasciare che il lettore riprenda fiato, se invece l’inizio è lento ci vorrà a breve dell’azione per risvegliare l’interesse.
In generale, però, il ritmo tende ad aumentare più ci si avvicina alla fine e i momenti di calma a farsi sempre più radi, un po’ come una maratona nella quale si riserva l’energia per lo sprint finale.
10 – Cercare di spiegare tutto
Questo è un errore assai comune. Un autore cercherà di dare al lettore quanti più dettagli possibili. Come si sente il suo personaggio, cosa prova, cosa pensa, cosa vede, come si sente, come si sentono quelli intorno a lui, cosa pensano, cosa vogliono e cosa non vogliono.
Non serve. Il bello della lettura è avere qualcosa lasciato all’immaginazione così che sia il lettore stesso a riempire quei vuoti, in questo modo si sviluppa l’empatia verso i personaggi ma anche un interesse verso il mondo che li circonda.
Un autore troppo invadente rischia di allontanare il lettore, o comunque di risultare spiacevole e insistente, inoltre aggiungere troppe informazioni a una storia non è mai davvero necessario, tutto quello che non è funzionale alla trama può essere tranquillamente tagliato, quindi meglio impugnare le cesoie e dare una bella sfoltita ai paragrafi!
In generale, scrivere una storia non è mai facile.
Ci sono momenti in cui lo sconforto è alle porte, momenti in cui lasciar perdere sembra la scelta migliore, eppure vi posso assicurare che una volta arrivati alla fine… beh, non diventa più facile, perché allora parte l’editing.
Ricordatevi però che indipendentemente da quanti errori fate, avete fatto o farete, tutti i più grandi autori hanno iniziato proprio come avete fatto voi. L’impegno e la costanza fanno la differenza.
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Grazie, articolo molto utile! È da un po’ che, per motivi personali, non mi dedico più alla scrittura creativa, ma mi piacerebbe riprendere, e questi consigli sono assolutamente preziosi!
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Grazie a te e in bocca al lupo per il tuo percorso!
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