Recensione: La vita invisibile di Addie Larue

L’ultima uscita di Oscar Mondadori, “La vita invisibile di Addie Larue”, sbarca su queste pagine in tutto il suo (discutibile) splendore. Parliamo del più recente romanzo di V.E. Schwab. Recensione non per stomaci delicati.


Sarò un Animale Asociale senza mezze misure, ma c’è una cosa che odio, ed è dare 1 stella a un libro. Parto sempre dal presupposto che almeno 2 stelle se le meritano tutti per il lavoro che c’è dietro e non ho mai dato voti inferiori, ma, voi che state leggendo, fidatevi che la tentazione questa volta è stata forte.

Ogni anno, con irritante precisione, mi trovo per le mani un libro che mi fa pensare “Ma chi è stato quel decerebrato che ha pensato che una cosa simile meritasse di essere pubblicata?”. Il 2020 è stato un anno di disgrazie, come ben sappiamo, ma stavo quasi iniziando a pensare che quest’anno mi sarei scampata l’insulto alla decenza che sono certe pubblicazioni, invece me lo sono trovata tra le mani a dicembre, in stile ultima pedata nel culo.

L’unico aspetto della faccenda che mi lascia un respiro di sollievo è il fatto che non ho acquistato il libro, bensì mi è stato mandato come copia di lettura per fare la recensione… che ora vi tocca leggere.


Addie_larue_instagram

Trama

Adeline (Addie) LaRue nasce in Francia nell’700 e vive una vita da piccola ribelle nel suo paesino sperso in mezzo alle campagne francesi. Va tutto bene quanto potrebbe andare la vita di una ragazza di quell’epoca. Niente malattie mortali, niente decesso per complicanze da parto a diciotto anni, niente genitori o compagni che la schiavizzano in casa trattandola come decorazione. Quando però tutti decidono che deve sposarsi perché ormai, passati i vent’anni, è l’equivalente di una vecchia zitella, lei cade del tutto nel panico e fa un patto con una divinità della notte.

Vuole essere libera. Vuole essere lasciata in pace. Vuole vedere il mondo e non restare rinchiusa nel suo paesino finché morte non sopraggiunga. Ovviamente viene accontentata in pieno stile patto-con-entità-malvagia-che-non-puoi-controllare.

Ora nessuno si ricorda più di lei. Nel momento in cui non la vedono più la dimenticano del tutto. Persino i suoi genitori dimenticano di aver avuto una figlia e lei si ritrova, senza invecchiare, ad attraversare da sola gli anni fino ad arrivare al 2014 dove è ambientata la storia.

Tra flashback e momenti di vita quotidiana, scopriamo cosa ci sarà di tanto particolare in questo anno per attirare la nostra attenzione.


Particolarità

Stando a quanto detto dall’autrice stessa, V.E.Schwab ha lavorato a “La vita invisibile di Addie Larue” per dieci anni prima di arrivare alla pubblicazione. La sua casa editrice lo ha ritenuto un tale successo che ha ben pensato di lanciarsi in una pubblicazione in contemporanea in tutte le lingue in cui è stato tradotto. Il day one in Italia è stato lo stesso che in America. Non succede spesso.

Questo vi fa intuire perché gli anni che ho passato a studiare marketing sono così importanti. Se sapete lanciare la giusta campagna pubblicitaria riuscirete, con successo, a vendere qualsiasi porcheria come fosse oro.
(Aggiungo, consiglio per aspiranti scrittori, se dopo dieci anni di lavoro ancora il vostro libro non ha una trama, pubblicarlo al suono di “vabbè, tanto ormai” non renderà magicamente la storia decente.)

Lati positivi

  •  Guardiamoci in faccia e diciamolo chiaramente: l’idea di partenza è ottima. Geniale davvero. Eccellente. Una ragazza che, intrappolata in un patto con una divinità malvagia, riesce a vivere in eterno attraversando le ere del mondo senza però poter lasciare traccia. Vorrei averci pensato io, e questa è una frase che non pronuncio quasi mai. Avevo aspettative altissime per questo romanzo.

Lati negativi

Tutto il resto.
  • Il libro è stato scritto alla terza persona al presente. Questa tecnica narrativa in inglese rende molto meglio che in italiano, ve lo assicuro. Volevo chiuderlo dopo le prime tre pagine solo per questo.
  • Addie campa duecento anni e non cambia di una virgola. Quale essere vivente, dopo duecento anni di vita, non ha un atteggiamento quantomeno un po’ diverso?
  • Sono riuscita ad arrivare fino a pagina 87. Poi la monotonia della storia mi ha fatto desistere. All’inizio può essere interessante leggere di come Addie si è adattata alla vita nel corso dei secoli, ma dopo il primo paio di eventi diventa tutto un ripetersi delle stesse cose senza fine. Pretendere che lo si subisca per 400 pagine è troppo.
  • Lo stile vuole essere poetico ma si ritrova a suonare spesso stonato.
  • L’incipit è uno dei più piatti che mi sia trovata a leggere negli ultimi tempi.
  • La casa editrice ha chiaramente puntato solo sulla fama dell’autrice e ignorato del tutto la qualità del lavoro, perché un libro può essere introspettivo e dal ritmo rilassato quanto volete, ma DEVE esserci qualcosa che, alla fine, invogli il lettore a proseguire.
  • Nonostante le premesse e la particolarità della maledizione di Adeline, la storia finisce comunque per ridursi a un triangolo amoroso dalla conclusione nebulosa e poco convincente. (Grazie recensioni su Goodreads che mi hanno evitato di continuare oltre con questa tortura. Pensate che loro lo hanno listato come punto di forza. Lo stereotipatissimo triangolo amoroso. Un punto di forza. Mi metto a urlare.)

Conclusione

Ogni libro ha il suo lettore ideale. Se cercate le recensioni su questa storia troverete cinque stelline a destra e a manca, lacrime, commozione, lettrici entusiaste che lo annunciano già come libro del secolo, urla di gioia e lancio di mutande celebrativo.

Io so bene di essere una lettrice esigente, i libri che davvero amo sono pochi, legati a dei trope fin troppo specifici ed elaborati in maniera ancora più specifica, ma farmi leggere qualcosa che finisce per piacermi non è poi così difficile. So godermi una lettura. Di solito lancio recensioni a quattro stelline con facilità e piacere. Mi basta che un libro mi aiuti a staccare dalla realtà e a passare qualche ora di piacevole oblio perché, per me, le sue stelline se le sia meritate.


Se questo libro fosse stato scritto e pubblicato da un’autrice sconosciuta, magari in self publishing o con una casa editrice minore, vi assicuro che non se lo sarebbero cagato neanche i suoi parenti più prossimi.

Ora, se vi aggrada, arrabbiatevi, insultatemi e ditemi che non capisco niente. Io sarò di là, a cancellarmi dalla memoria queste 87 pagine con una lettura decente.

(Però lascia addosso una strana sensazione scrivere la prima recensione negativa su questo blog, sapete? Come se l’equilibrio del cosmo si fosse finalmente ristabilito.)


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