Come gli elefanti salveranno gli scrittori

Conoscete la così detta “tecnica dell’elefante”? No? In questo breve articolo vi spiegherò di cosa si tratta e come può essere d’aiuto a chi scrive!


Scrivere non è facile. Lo sappiamo bene tutti. Anche quando fatto solo per hobby, senza alcuna pretesa, bisogna sempre aspettare che arrivi la congiunzione astrale ideale per cui ispirazione, impegni e tranquillità ci permettano di metterci all’opera.

E quando questo succede, poi, dobbiamo riuscire a resistere ad altre tentazioni quali quella di non distrarsi a ogni parola, quella di non tornare indietro e riscrivere ogni frase otto volte e quella di non buttarci sui social e perdere tempo guardando video di gattini.


come_glie_elefanti_salveranno_gli_scrittori


Se bazzicate il mio blog da un po’ saprete già che se volete evitare di distrarvi quando scrivete qui trovate un articolo assai utile, mentre se volete evitare di cedere alle tentazioni e lasciare incompiuti i vostri romanzi, allora potete dare un’occhiata a questo articolo qui.

La famosa “tecnica dell’elefante“, che viene insegnata ai corsi universitari per scrittura creativa in America, serve invece a contrastare un’altra tipica forma di distrazione che affligge molti, se non tutti, tra autori, scrittori, scribacchini e quant’altro.

Ora, immaginate che le stelle si siano allineate. Che finalmente vi siate messi a scrivere, che le frasi vengano fuori con una discreta facilità e che stiate procedendo nella narrazione senza problemi. Ecco. E di punto in bianco… “Come si dice questa cosa?” oppure “Come si chiamava questo personaggio secondario apparso mezza volta otto capitoli fa?” o ancora “In che anno avevo detto che era accaduta questa cosa?” ed ecco che vi fermate.

La vostra testa vi impone di andare a cercare su Google la parola che non vi ricordate, di riprendere i capitoli precedenti e andare a cercare il nome del personaggio o un altro dettaglio che avevate menzionato e che non vi torna.

Trovare la risposta può essere facile, questione di pochi minuti, ma intanto il ritmo che eravate riusciti a creare non c’è più.

La “tecnica dell’elefante” serve proprio a evitare che succeda questo. Il suo scopo è quello di permettervi di continuare a scrivere anche quando vi siete dimenticati una parola o un nome per tornare poi a sistemarlo in un secondo momento, con calma.

Come funziona?

Il funzionamento della tecnica è a dir poco elementare. Essa infatti prevede di sostituire la parola ‘elefante’ a quella che non vi viene in mente e proseguire nella scrittura senza perdere tempo ad andare a cercarla.

Eccovi un esempio.

“Lei e Maria si erano conosciute nel mese di ELEFANTE e da allora erano rimaste in contatto.”

(Io preferisco scriverlo in maiuscolo così poi lo ritrovo subito nel testo, ma questo è solo un mio consiglio!)

La parola l’avete messa, la frase è andata avanti e voi potete proseguire senza perdere tempo ad andare a cercare quando accidenti si sono conosciute queste due tizie. O magari non avete ancora deciso quale sia quel mese e volete arrivare in fondo alla storia per tirare bene le somme e sistemare le tempistiche, insomma, voi non lo sapete in quel momento, ma non potete permettervi di perdere tempo a pensarci o non andrete più avanti.

La scrittura ha poche regole e nessuna imprescindibile, ma sapete che che non bisogna MAI scrivere qualcosa e pubblicarlo di getto, senza averlo almeno riletto una volta. Gli errori di battitura capitano a tutti e anche solo per correggere quelli una revisione, anche approssimativa, di certo la farete.

Ecco quando la “tecnica dell’elefante” vi torna utile una seconda volta.

A meno che non siate dei biologi o comunque in rari casi in cui abbiate un motivo per inserire davvero la parola ‘elefante’ nella vostra storia (casi nei quali potrete sostituire la parola elefante con quella che preferite, finché resta sempre la stessa per tutto il testo), una parola del genere non sarà mai nel vostro testo di sua spontanea volontà.

Usate quindi la funzione di ricerca parole che ogni app o programma di scrittura che si rispetti vi offre e cercate tutti gli ‘elefante’ che avete disseminato nel testo, procedendo in fase di revisione a sostituirli con le parole, i nomi, le date che vi servivano al loro posto.

Ricapitolando…

  • Sedetevi a scrivere.
  • Iniziate a scrivere (non sempre le due cose corrispondono!)
  • Nel momento in cui vi manca una parola, nome o dato che vi obbligherebbe a fermarvi per andare a cercarlo scrivete al suo posto ‘elefante’ o la parola scelta al suo posto.
  • Continuate a scrivere senza guardarvi indietro.
  • In fase di revisione cercate tutti gli ‘elefante’ e sostituite le parole corrette.

Ecco a voi una tecnica facilissima che vi permetterà di sfruttare al meglio il tempo che dedicate alla scrittura senza penalizzare il vostro scritto e senza costringervi a fermarvi ogni due righe.

Io personalmente ho iniziato a usarla (soffro di un gravissimo caso di “voglio usare proprio quella parola che non mi viene in mente in questo momento”) e ammetto di trovarmi benissimo. Non interrompo la scrittura e non ho mai difficoltà a rintracciare tutti gli elefanti che mi sono lasciata alle spalle.


Come sempre vi ringrazio per essere arrivati fino a qui e vi invito a contattarmi qui, su Facebook o su Instagram se avete qualche domanda, dubbio o curiosità sull’argomento! Trovate i link nella barra laterale!


Seguitemi su Facebook o scoprite di più nella Presentazione del blog!

3 pensieri riguardo “Come gli elefanti salveranno gli scrittori

Scrivi una risposta a janefademerrick Cancella risposta