Mi presento

Perché ogni blog che si rispetti richiede una presentazione, e se non butto giù qualcosa non inizierò mai a scrivere articoli veri.

Avvicinatevi. Lo sentite?

Il vento soffia tra le foglie, le accarezza, le fa stormire. Il suono raggiunge le vostre orecchie insieme al profumo del terriccio e al dolce sentore di resina nell’aria.

Non stiamo fermi, camminiamo.

Il sottobosco e i suoi fruscii ci accompagnano passo dopo passo verso una radura appena illuminata. I raggi del sole passano attraverso le fitte fronde e raggiungono il terreno in deboli chiazze di colore.

C’è un gruppo di persone ferme in mezzo alla radura. Le vedete?

Si girano a guardarci con aria sospettosa, quasi non volessero essere infastidite. Si stringono tra loro, muovono qualche passo indietro. Gli sguardi diventano ostili.

Sono degli abitanti della foresta? Una famiglia di elfi che disprezzano gli intrusi dal mondo esterno?

No. Sono tutte le persone che negli anni ho assillato con quello che scrivo, per farglielo leggere o semplicemente per parlarne senza sosta fino a portarle all’esaurimento.

In effetti non sono esattamente la benvenuta qui. Forse sarebbe stato più simpatico fare quattro passi in città e sederci a parlare ai tavolini di un bar.

Riproviamo.

Ciao, mi chiamo Kris e ho un problema con la scrittura.

Non lo dico per dire, è un problema serio. Ho anche provato a smettere per un periodo, complici la mole di impegni e uno status mentale non ottimale. Ma appena il periodo è passato il problema non è solo tornato. È peggiorato.

All’inizio, quando ero piccola, mi piaceva leggere e basta. Sono cresciuta con la saga di Harry Potter, avevo dodici anni quando è uscito il primo libro e lo seguo da allora. A tredici anni ho letto Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, e –dicono – sono sopravvissuta. Finiti quelli mi sono buttata sull’intera saga di Shannara, tutti libri che mia madre aveva accumulato in gioventù e di cui mi sono velocemente appropriata.

Non ricordo bene quando ho cominciato a scrivere. Ho vaghe memorie di me alle scuole medie che importunavo i miei amichetti di allora con i primi racconti scritti in seguito all’appropriazione non del tutto autorizzata della macchina da scrivere di mio padre. Sicuramente il mezzo è stato complice – quanto sono belle le macchine da scrivere? – ma se non ci fosse stata in partenza l’idea, dubito che sarei andata molto lontano.

Ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo in terza superiore. Scrivevo a mano, durante le lezioni. Facevo finta di prendere appunti e i professori ci credevano pure. Non prendete esempio. Ho finito di scriverlo quasi sei anni dopo, e se adesso riprendo in mano i primi capitoli mi rendo conto che avevo dei seri problemi mentali, ma dobbiamo partire tutti da qualche parte se vogliamo viaggiare.

Col passare degli anni le tempistiche si sono notevolmente ridotte.

Ho scritto un altro romanzo in circa un anno, e un paio di romanzi brevi che mi hanno preso meno di sei mesi ciascuno. Tutti per il semplice motivo che ne avevo bisogno.

Quando ho una storia nella testa devo tirarla fuori, anche a forza, con le tenaglie, o resterà lì dentro a fare la muffa e distrarmi da tutto il resto. È più forte di me.

Molte persone sono terrorizzate dalla carta bianca, dal foglio vuoto di word con il segnalino che lampeggia. Io invece sento la necessità di imbrattarlo. Potete immaginare quanti block notes io possieda.

Frostales_blog_author

Non scrivo col malcelato desiderio di finire un giorno alla Feltrinelli a firmare copie di un mio ipotetico best seller. Scrivo per me, e se me la sento condivido quello che ho scritto con chi mi sta intorno.

Lo faccio perché è il modo migliore che ho per allontanarmi o avvicinarmi alla realtà, secondo necessità. Lo faccio perché è senza dubbio la cosa che mi riesce meglio. Mi avete mai sentita parlare dal vivo? O mi intimidisco e non spiccico una parola, o se lo faccio riesco a dire sempre la cosa più inappropriata.

I maestri dell’ars oratoria mi guardano e scoppiano a piangere. I miei amici più stretti mi vedono aprire la bocca per rispondere a qualcuno e urlano “Cri no!”. Mia madre, che non ha la loro prontezza, inizia a pregare.

Insomma, diciamo che se mai cambiassi idea e volessi tentare la carriera di scrittrice, ho già un punto fondamentale in mio favore: sono un caso umano di discreta entità.

Perché hai aperto questo blog, mi chiederete a questo punto, tra una tartina e un sorso di aperitivo, dato che ci siamo spostati al bar circa cinquecento parole fa.

Semplicemente perché mi piace raccontare.

Mi è capitato di pubblicare alcune delle mie storie su vari siti gratuiti, ma ho molto altro da dire. Voglio raccontare delle mie giornate, delle mie avventure, dei miei libri preferiti, di eventi che mi sono piaciuti e di cose che invece non mi sono piaciute per niente.

Ho quindi pensato che un blog fosse un posticino perfetto per questa sorta di diario. Insomma, non posso continuare per il resto della mia vita a intasare la bacheca dei miei contatti di Facebook con stati chilometrici su come e quanto ritengo che la pizza sia l’alimento fondamentale dell’universo, vi pare?

Da qui nasce questo, Frostales the blog.

Frostales è il mio nick, l’ultimo di una lunga lista, e spero anche l’ultimo che userò mai. Viene ovviamente da frost, il ghiaccio, e tales, i racconti. Quando poi ho scoperto che con la parola frosting si intende anche la glassa sui dolci ho capito che era il nome giusto.

Per cui, se vorrete ogni tanto passare per la radura nel bosco, ora che vi ho mostrato la strada sapete benissimo come fare per tornarci.

Mi troverete lì, a molestare quelli che non hanno la fortuna di avere il tasto ‘chiudi la scheda’ tra me e loro.

Ci vediamo al prossimo articolo, intanto, se volete, potete seguirmi su Facebook!

Fros.

2 pensieri riguardo “Mi presento

  1. Ciao Fros! In realtà sai come sono fatto, no? Gli aperitivi sono i sanbitter con le arachidi e le patatine ** vogliuo assolutamente entrare in questo mondo e stai pur certa che commenterò qualsiasi articolo. Sono contentissimo che sia entrata anche tu e altrettanto curioso di sapere dove mi porterai ^^ di sicuro, sarà un mondo pazzesco e imprevedibile, come mi hai abituato ^^ benvenuta nel mondo dei blog ^^

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  2. Mi piace la metafora del bar, soprattutto se stiamo parlando di un aperitivo lungo. E le argomentazioni sulla pizza caput mundi non si discutono, suvvia.

    Ah, quandi apri bocca dici anche cose divertenti. A volte inquietanti, ma pur sempre divertenti.
    Sei pur sempre una fettina panata.

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