Avete pronta una bella storia ma al vostro antagonista manca qualcosa? Oppure manca proprio la figura dell’antagonista? Vediamo insieme alcuni spunti su cui lavorare per creare un antagonista indimenticabile!
Vogliamo parlarne? E allora parliamone. Quanti romanzi sono stati salvati da un antagonista convincente più che da un protagonista magari stereotipato, impacciato o troppo idealista per essere vero?
Leggendo questa prima frase sono sicura che almeno un esempio vi sia venuto in mente. Questo perché la figura dell’antagonista è spesso quella che in alcune scene risalta di più, soprattutto all’inizio di una storia, quando il viaggio dell’eroe è ancora all’inizio e magari tutte le qualità che ce lo faranno piacere devono ancora mostrarsi. O semplicemente fate parte di quel gruppo di lettori e lettrici che tendono a preferire gli antagonisti, quindi ancora di più prestate attenzione a questo ruolo nella storia.
In generale, quando si parla di antagonisti ci si riferisce a personaggi a tutto tondo, che tanto quanto i protagonisti mandano avanti la trama con le loro azioni e decisioni, per questo vale la pena non sottovalutare la creazione del personaggio che ricoprirà questo ruolo. Quindi bando alle ciance e vediamo quali consigli ho trovato per aiutarvi in questo passaggio della stesura di una storia.

Chi è l’antagonista?
Inutile lanciarsi a fare un elenco di caratteristiche necessarie se non sappiamo a cosa ci riferiamo quando parliamo di antagonista.
L’antagonista è il personaggio che si oppone al protagonista e ai suoi obiettivi. Questo non significa necessariamente che sia un personaggio malvagio; può semplicemente avere obiettivi in conflitto con quelli del protagonista. Potremmo infatti avere due personaggi positivi che competono per raggiungere lo stesso obiettivo, ad esempio Harry Potter e Cedric Diggory durante il torneo Tremaghi. I due sono avversari, ed essendo Harry il protagonista, Cedric diventa il suo antagonista, ma certo non lo si può definire un personaggio negativo.
Con questo ben chiaro in mente, direi che siamo pronti a stilare la lista degli otto spunti per creare l’antagonista perfetto per la nostra storia.
- Motivazioni credibili. Un buon antagonista ha motivazioni solide che giustificano le sue azioni (almeno nella sua testa). Non serve a nulla creare un antagonista che è malvagio solo per il gusto di esserlo, è molto meglio esplorare i suoi desideri e le sue paure come facciamo con quelli del protagonista. Cosa lo ha portato a essere in conflitto con il protagonista? Le sue motivazioni possono essere condivisibili o meno, ma è fondamentale che siano comprensibili.
- Personaggio complesso. L’antagonista dovrebbe essere un personaggio a tutto tondo con punti di forza e debolezze. Dovrebbe avere una personalità unica, con tratti caratteriali che lo rendano interessante. I lettori dovrebbero essere in grado di vedere l’antagonista come una persona reale con pregi e difetti, non solo come un ostacolo da superare. Non fate l’errore di renderlo una macchietta, stiamo parlando di una parte delle fondamenta della storia, se quelle saranno deboli lo sarà anche tutto il resto.
- Creare conflitto. Lo scontro tra il protagonista e l’antagonista è il cuore della nostra storia. Assicurati che ci sia una chiara contrapposizione tra i loro obiettivi. Questo conflitto deve essere evidente e aumentare di intensità man mano che la storia procede. Il confronto finale dovrebbe essere il culmine di questa tensione. Può trattarsi sia della trama principale che di una secondaria, ma non è il caso di creare un antagonista e poi perderlo tra i capitoli come se non ci fosse mai stato.
- Dargli dei punti di forza. Un antagonista debole non rappresenta una vera sfida per il protagonista. Assicurati che l’antagonista sia competente e capace, in modo che il conflitto sembri una vera minaccia. Questo rende la vittoria del protagonista più significativa e la storia più avvincente, soprattutto se prima ci sono state delle sconfitte.
- Eliminare gli stereotipi. Gli antagonisti stereotipati possono risultare noiosi e prevedibili. Evitiamo di cadere in cliché come il cattivo senza scrupoli o il rivale geloso. L’antagonista dovrebbe sempre avere una personalità unica, quasi a volerlo far risaltare più del protagonista stesso, in questo modo la vittoria finale avrà anche più risonanza.
- Cambiare prospettiva. Fornire una finestra sulla mente dell’antagonista può rendere la storia più interessante e profonda. Entrare nella sua testa, mostrare come vede il mondo, come giustifica le sue azioni e quali sono le sue emozioni è un aggancio molto potente per il lettore. Questo può creare empatia e rendere il conflitto più complesso, al punto che persino il protagonista potrebbe trovarsi a dubitare delle sue azioni o delle sue ragioni.
- Bilanciare la presenza dell’antagonista. Come dicevano i latini, “In medio stat virtus“. L’antagonista dovrebbe avere una presenza significativa nella storia, ma non dovrebbe sovrastare il protagonista. Cerca un equilibrio che permetta al lettore di investire emotivamente in entrambi i personaggi, ricordando sempre quale sarà la direzione finale che prenderà la storia. L’antagonista dovrebbe essere una presenza costante, ma non è necessario che appaia in ogni scena.
- Creare un arco narrativo. Proprio come il protagonista, anche l’antagonista dovrebbe avere un arco narrativo, una crescita o un cambiamento nel corso della storia. Alcuni antagonisti imparano lezioni importanti, scoprono nuovi sentimenti (buoni o cattivi), sono costretti a tirarsi fuori da problemi creati dal protagonista e via dicendo. Questo li rende figure ancora più profonde, al punto che bisognerà ricordarsi chi è il vero protagonista, in certi momenti.
Possiamo quindi dire che l’antagonista altro non è che un protagonista che si trova dal lato sbagliato della storia.
Sia esso un cattivone carismatico, un buono che non ci ha creduto abbastanza o un furbetto che vede il mondo in scale di grigio a seconda delle sue necessità, l’antagonista è un pilastro fondamentale della storia. Che sia un singolo personaggio, un gruppo di persone o una grande multinazionale, il suo contributo pesa quasi quanto quello del protagonista per tessere la trama di una grande storia.
E se siete in crisi sul modo migliore di creare questo personaggio posso suggerirvi di dare un’occhiata a questo articolo!
Arrivati alla fine, la domanda è quasi obbligatoria. Quali sono i vostri antagonisti preferiti? E come mai proprio loro? Fatemelo sapere con un commento qui o su Facebook! Spero che questo articolo vi possa essere di aiuto nell’affinare i personaggi delle vostre storie e che abbiate trovato degli spunti interessanti!
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