Le descrizioni sono il punto debole di molti autori. Troppo dettagliate? Troppo scarne? troppo confuse? Non temete. Ho raccolto qualche consiglio per tirare fuori il meglio dai vostri lavori!
Buongiorno e bentornati a un nuovo episodio di: “Io che trovo un sacco di consigli utili in tantissimi libri e articoli e li racchiudo in un posto solo perché vi possano aiutare”! Questa volta parleremo di descrizioni. Ebbene sì, quelle cose che tanti odiano e sulle quali spesso si bloccano. Non una delle parti più divertenti dello scrivere, davvero.
C’è chi si lascia prendere dall’emozione e scende troppo nel dettaglio, chi non sa come rendere al meglio le sue immagini mentali e vede il suo lavoro rallentato e chi, semplicemente, butta giù quello che gli viene in mente e spera che abbia un senso.
Vediamo però se ci sono delle tecniche o dei consigli che possono aiutarvi a superare questo ostacolo!

1 – Analizzare le descrizioni degli altri autori
Ormai lo sapete. Per scrivere bene bisogna anche leggere tanto. Quindi bando alle ciance, troviamo un autore che ci piace particolarmente e studiamo il modo in cui lui descrive le sue ambientazioni e come inserisce le descrizioni all’interno del testo.
Viceversa, se leggendo qualcosa ci accorgiamo che le descrizioni proprio non ci piacciono soffermiamoci su questo. Perché non ci piacciono? Cosa ci sembra sbagliato? Analizzare quello che non ci piace ci insegnerà cosa non fare molto più che andare per tentativi cercando di migliorare il nostro stile per intervento divino!
2 – Eliminare ciò che non è rilevante per la storia
Tasto dolente! Quando si dice a un autore di “eliminare” qualcosa (che non sia un personaggio) ecco partire i pianti e lo stridore di denti. Capire cosa tagliare e cosa tenere all’interno di un testo è tra le decisioni più complicate che un autore possa fare, ma per vostra fortuna quando si parla di descrizioni è assai semplice capire dove intervenire.
Tutto quello che non è rilevante ai fini della storia va eliminato, oppure solo accennato. Per esempio, se state descrivendo il mobilio di una stanza che nessuno userà mai più non interessa a nessuno quanti ripiani ha la scaffalatura sulla destra della finestra o di che colore è la sedia. Per i paesaggi, invece, poche parole generiche bastano, a meno che non si voglia strizzare l’occhio a un luogo particolare che i personaggi visiteranno in futuro.
“La strada costeggiava un fitto bosco” va benissimo se nessuno entrerà mai in quel bosco, al contrario, se poi il bosco giocherà un ruolo importante nella vicenda, allora è opportuno descrivere quello (e solo quello!) in maniera più approfondita.
3 – Far corrispondere le descrizioni alla voce narrante
Le descrizioni devono sempre rispecchiare quella che è la voce narrante. Ci sarà meraviglia per ogni cosa se la voce narrante è quella di un bambino che vede un luogo per la prima volta, disprezzo se il personaggio è costretto a tornare a un luogo che odia, gioia se invece è un luogo che il protagonista ama.
Avremo una visuale più limitata per un narratore focalizzato o in prima persona e una più ampia per un narratore onnisciente o in terza persona. Lo stesso luogo può essere visto in maniera diversa da due punti di vista diversi, l’importante è restare coerenti e focalizzati sulla voce narrante.
4 – Rispecchiare il tono della storia
Così come bisogna stare attenti a rispettare il punto di vista della voce narrante, lo stesso vale per il tono della storia. Un paesaggio troppo allegro sembrerà fuori luogo in una scena drammatica, uno troppo cupo non andrà d’accordo con una scena romantica e così via.
Il tono può cambiare di scena in scena, per esempio durante un combattimento la descrizione dell’ambiente sarà veloce, scarna ed essenziale mentre durante un viaggio pacifico si potrà dipanare con più tranquillità.
5 – Usare i cinque sensi
Questa tecnica viene spesso sottovalutata, invece è quella che aiuta il lettore a immergersi di più nel mondo che state descrivendo. Non fermatevi a una descrizione visiva. Che rumori sente il protagonista? Che odori? Se tocca qualcosa che sensazioni prova? E i sapori?
Ovviamente non è necessario usare tutti e cinque i sensi ogni volta. Il gusto, per esempio, servirà se il personaggio mangia o beve effettivamente qualcosa, così come il tatto. Nell’insieme ci saranno sempre alcuni sensi che sono usati di più e altri di meno, ma l’importante è non trascurarne nessuno.
Se siete in difficoltà pensate alla vita di tutti i giorni. Se entrate in un ambiente con un odore strano lo notate, vi accorgete di un rumore insolito o di un sapore particolare. Ricordate che i vostri personaggi fanno la stessa cosa.
6 – Le figure retoriche sono vostre amiche
Non abbiate timore di usare le figure retoriche. Esistono per una ragione, perché non sfruttarle? Magari non esageriamo con la similitudine, ecco, tutti quei “come” alla lunga stufano, ma anche tolta quella avrete l’imbarazzo della scelta.
Personificazione? Simbolismo? Iperboli? Dateci dentro e ne vedrete i risultati, garantito!
7 – Prendere il tempo che vi serve
Concordiamo tutti nel dire che le descrizioni troppo lunghe sono da evitare, ma questo non vuol dire che debbano essere tutte di massimo tre righe, affrettate e sbrigative. Di sicuro nel vostro romanzo ci saranno anche descrizioni brevi e incisive, ma non è sempre quello il caso.
Ci sono ambienti che richiedono una descrizione più accurata, in quel caso non sentitevi in obbligo di tagliare corto, date a ogni luogo lo spazio che merita sulle vostre pagine e i lettori vi ringrazieranno.
8 – Non descrivere quello che non c’è
Lapalissiano? Non come sembra. A volte ci sono autori che hanno la tendenza a sottolineare quello che non è presente in un ambiente. Un esempio: “Non c’erano alberi, solo cespugli bassi”. Se non ci sono alberi perché dovete nominarli? Questa tecnica finisce per creare confusione nel lettore e portare l’attenzione a elementi assenti invece che su quelli presenti.
Un’eccezione può essere fatta se i personaggi stanno cercando qualcosa in particolare in un luogo e non lo trovano. Quindi, se per esempio i nostri protagonisti hanno fatto tanta strada credendo che avrebbero trovato un albero incantato in una valle e quando arrivano trovano solo cespugli bassi, allora “Non c’erano alberi, solo cespugli bassi” è perfetto, ma solo in un caso simile.
Se una cosa non c’è non va mai nominata, a meno che non sia necessario sottolinearne l’assenza.
9 – Lasciare spazio all’immaginazione
Non esiste al mondo autore che non ami visceralmente la sua opera (tranne quando ci sta lavorando, in quel caso la odiamo sempre). Questo amore, però, è meglio non farlo trasparire troppo dalle descrizioni. Ci sarà di sicuro quel luogo del vostro romanzo che amate alla follia, di cui parlereste per ore, che non vedete l’ora di descrivere fin nel più minuscolo dettaglio così che il lettore possa vederlo proprio come lo vedete voi.
Ecco. Non fatelo. Imporre troppo la propria visione al lettore alla lunga lo annoia. Non vuole detto cosa deve pensare, vuole essere libero di immaginare e crearsi la sua immagine nella testa. Lasciate libertà al lettore o finirete per perderlo.
10 – Descrivere qualcosa per non dover descrivere qualcos’altro
Siete confusi da questa affermazione? Nessuna paura, ci riflettiamo insieme. Che ve ne pare dell’idea di utilizzare un unico elemento per descrivere un’intera ambientazione?
Mi spiego meglio con un esempio. I vostri personaggi si trovano in una casa diroccata, distrutta dall’incuria e dalle intemperie. Voi potete descrivere la casa, certo, oppure potete descrivere un singolo elemento della casa come danneggiato per lasciar capire in che stato si trova l’intera struttura. Quindi vi soffermerete sulla porta scheggiata e danneggiata e lascerete intendere che rispecchia lo stato del resto della casa.
Volete descrivere una distesa di terreno morto? Descrivete un singolo albero raggrinzito e senza foglie e poi lasciate intuire che tutto ciò che ha intorno è nelle stesse condizioni. Può sembrare un po’ macchinoso come concetto da spiegare ma vi assicuro che una volta messo in pratica da’ i suoi frutti!
Ed eccoci qui, quindi, alla fine di questa piccola lista che spero vi sarà stata d’aiuto. Magari non tutti i punti vi saranno utili, ma come dico sempre se anche uno vi ha suscitato una sorta di curiosità/illuminazione/idea allora il mio lavoro qui è stato un successo.
Come sempre vi incito a contattarmi per qualsiasi dubbio/domanda/incertezza o precisazione di cui abbiate bisogno e vi auguro un buon proseguimento!
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