Recensione: L’Apprendista Assassino

Primo libro della trilogia scritta da Robin Hobb, “L’Apprendista Assassino” ci trascina in un mondo nuovo in cui re e pirati la fanno da padroni!


Bentrovati a una nuova recensione del mio blog! Come ormai avrete capito i requisiti per finire su queste pagine sono ben chiari: la storia deve offrirmi abbondante materiale per sfottere ogni singolo personaggio. In alternativa, sono sempre felice di supportare e recensire i colleghi emergenti. Se avete scritto un romanzo contattatemi qui e non abbiate paura: sarò clemente.

Dato che mi piace quando mi regalano le cose, ho approfittato dell’offerta di Amazon Prime, offerte che Fanucci fa spesso con i suoi volumi, e ho scaricato il primo volume di questa serie, per poi finire a prendere gli altri due.

Robin Hobb, che ricordiamo essere una donna, ha scritto la Trilogia dei Lungavista alla quale segue la Trilogia dell’Uomo Ambrato e la trilogia di Fitz e del Matto. In questa recensione mi fermerò al primo libro: L’Apprendista Assassino.


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La storia

C’è un bambino (e ci risiamo, mai una volta che combinino questi bordelli agli adulti). Questo bambino è il figlio bastardo dell’erede al trono, avuto dal principe ereditario quando ha furbescamente deciso di copulare con una contadina in una situazione non ben definita.

Il nonno materno di questo bambino, essendo un contadino, si stufa ben presto di averlo tra i piedi e doverlo nutrire e vestire, mica è ricco lui, quindi lo prende e lo porta al palazzo reale dove nessuno osa dubitare che quello sia davvero il figlio del principe perché sono identici come due gocce d’acqua.

A questo bambino viene dato il nome di Fitz e viene affidato allo stalliere, il quale provvede a farlo crescere nella stalla in mezzo a cani e cavalli, cosa che il bambino adora. No, non è una sottile vena ironica, lo adora davvero. Per tutto il libro non sogna altro che essere lasciato in pace a fare l’apprendista stalliere. E invece…

Invece, nell’ordine:

– Scopre di avere un misterioso potere che gli permette di comunicare con gli animali. Potere che non è per nulla una cosa positiva in questa ambientazione.

– Viene addestrato per diventare, appunto, l’assassino di corte, dato che quello che hanno è ormai vecchio anche se non vuole ammetterlo.

– Viene preso di mira da tutti quelli che ce l’avevano con suo padre (il quale abdica per colpa sua) e anche da quelli che amavano suo padre (perché ha scelto di abdicare per colpa sua).

– Non riesce a tenersi un cane che sia uno.

– Viene quasi ucciso da qualsiasi cosa possa uccidere una persona nel mondo in cui è ambientata la storia.

– La ragazza lo pianta.

– Finisce per avvelenarsi da solo un paio di volte.

A questo punto vi starete chiedendo di sicuro perché io stia facendo tutti questi spoiler. La verità? Non sono spoiler. E volete sapere perché?

La particolarità narrativa

La storia ci viene raccontata in prima persona da Fitz stesso. Un Fitz ormai vecchio e stanco che riguarda al passato pensando alle sue origini e a come sia arrivato al punto in cui lo troviamo.

Noi sappiamo dalla prima riga della storia che il nostro amico Fitz (dai su, dovevo farla questa battuta) vivrà fino alla vecchiaia, sappiamo che tutti i pericoli che corre non lo uccideranno, ma il libro è scritto in modo tale che nonostante questo non possiamo fare a meno di voler sapere cosa gli accadrà e soprattutto come. Come si salverà questa volta? Chi non si salverà questa volta? Chi verrà ucciso dall’apprendista assassino?

Per cui tutto quello che potrei dirvi non è neanche lontanamente un problema, tanto lo leggerete lo stesso.

Ambientazione

Si tratta di un fantasy medievale. Il regno dei Sei Ducati prende appunto nome dalla sua divisione, ma c’è un unico re che governa su tutti i ducati, e questo è proprio il nonno di Fitz. La presenza di qualche elemento magico è molto limitata e perlopiù si parla di problemi reali affrontati in maniera storicamente accurata.

I personaggi

Eccoci giunti alla mia parte preferita: vediamo chi farò sembrare più disagiato.

Fitz: Il protagonista indiscusso. Che combatta, corra, mangi o vada in bagno siamo sempre con lui. Ha delle abilità davvero invidiabili: regge bene l’alcol ma riesce a sbronzarsi lo stesso; riesce a risolvere tutti i problemi che gli si parano davanti nel modo più inconsapevole possibile; riesce a salire le scale a chiocciola portando un vassoio carico tra le braccia e sa far vomitare i barboncini.

Chevalier: Il padre di Fitz. Nella storia non lo si vede mai. Commette il lievissimo errore di ingravidare una contadina prima di scoprire che sua moglie è sterile. Trovandosi a essere l’erede al trono senza un figlio legittimo e con una moglie estremamente incazzata decide bene di abdicare e andarsene a regnare sul più remoto dei territori della sua famiglia.

Burrich: Agli occhi di Fitz la peggior figura paterna possibile. Essendo capo stalliere, il suo compito è quello di far partorire le giumente e non di prendersi cura di Jon Sno- ehm, di Fitz. In realtà ci prova davvero, è solo difficile farci caso tra una cinghiata e l’altra.

Sagace: Il re. Alcuni dicono che sia all’altezza del suo nome, altre volte leggendo la storia viene un po’ il dubbio che non sia del tutto così, in ogni caso è lui che mette in moto l’addestramento di Fitz. Per uno che è tanto attento a quello che fanno tutti, però, forse dovrebbe imparare a guardarsi un po’ più intorno: gravissimo caso di presbiopia mentale.

Veritas: Vincitore indiscusso del premio miglior zio dell’anno, tra i suoi talenti annoveriamo quello di battezzare la gente dimenticandosi di dirlo agli altri, quello di dimenticarsi di mangiare e dormire e quello di diventare figo a comando quando nessuno se l’aspetta.

Regal: Fratellastro di Veritas e Chevalier, nonché vincitore indiscusso del premio peggior zio dell’anno. Come ogni figlio del secondo matrimonio del padre, che è casualmente anche il re, gli piacciono i ricchi banchetti, le passeggiate sulla spiaggia e gli intrighi politici nei quali la gente finisce ammazzata.

Umbra: L’attuale assassino di corte e maestro di Fitz. Un anziano signore simpatico al quale piacciono le lunghe cavalcate al chiaro di luna che terminano con un omicidio, le droghe pesanti e gli abiti da donna. Fitz ritiene necessario informarci che la sua pipì puzza molto.

Dama Pazienza: La legittima moglie di Chevalier di cui sopra. Anche lei non vive molto in sintonia col suo nome, ma davanti a uno come Regal fanno tutti bella figura. Ama le piante, i cani e gli amari rimpianti quando è ormai troppo tardi per fare qualcosa.

Il Matto: Il buffone di corte. In realtà anche lui a confronto di Regal sembra normale. Anzi, vedendo cosa combinano un po’ tutti in quel castello direi che è l’unico sano di mente là in mezzo.

Ovviamente questi sono solo i personaggi principali. Oltre a loro ne abbiamo altri quali i vari maestri che insegnano varie materie a Fitz nel corso della storia, i suoi amici, la ragazza che gli piace e numerosi inservienti che popolano il castello. A voi scoprire quale di questi avrà un ruolo importante nella storia e quale invece no.


Concludiamo la recensione con una citazione!

“Gli uomini non sono capaci di soffrire come i cani. Dovremmo essere grati per questo.”

Se vi piacciono gli animali, infatti, troverete che il libro approfondisce molto il rapporto tra cani ed esseri umani.


Con questo vi ringrazio per essere giunti fin qui! Potete acquistare “L’Apprendista Assassino” in libreria e su ogni portale di acquisto online, quindi fatevi sotto!

Se lo leggete fatemi sapere cosa ne pensate e se lo avete già letto fatemi sapere le vostre opinioni! Io vi do appuntamento alla settimana prossima e grazie per essere arrivati fin qui!

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